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Un riccio nel cuore

Articolo dedicato al dottor Massimo Vacchetta, direttore del centro recupero ricci “La ninna” ed alla sua opera
( di Barbara Spadini)

In questo periodo natalizio 2021, purtroppo, le afflizioni personali e sociali sono tante, compreso un clima al limite del livore comunitario fra vaccinati e non vaccinati, senza pensare che la pandemia tocca tutti, pur nelle legittime scelte differenti. Io, come sempre, sto a guardare questo teatrino, non perché non mi senta di farne parte, anzi…ma ci vuole una barriera, una difesa, un limite, un sogno, una speranza per superare le tragedie personali e collettive. Così leggo, studio, scrivo e amo immensamente gli animali, tanto da aver scritto moltissimi articoli sulle loro simbologie, nel tempo e nella storia, nel mito e nell’archetipo che lo sostiene.
L’amore per gli animali mi arriva da lontano, dall’infanzia fra cani e gatti, dalla vicinanza della mia casa al lago, sfiorato da cigni, anatre, piccoli trampolieri palustri, rane, rospi e pesci, dall’aver sempre avuto un grande giardino ed aver potuto così osservare talpe, chiocciole, libellule, coccinelle ed api. E anche i ricci.
Il riccio bisogna capirlo:io sono un’introversa e mi rinchiudo a palla quando mi sento attaccata. Così capisco bene il riccio e ne ammiro gli aculei, impenetrabile corazza ed ultimo baluardo di difesa. Ma quando un riccio si sente tranquillo si distende, si allunga, mostra il suo musetto a punta ed umidissimo, i suoi occhi dolci e pieni di acuta intelligenza e la sua pancia morbida e delicata. Mi assomiglia davvero, perché anch’io mi mostro quando sono fiduciosa e serena. E poiché ho abitudini notturne, amando il silenzio e la quiete di fine giornata per accedere alle emozioni che solo la notte sa trasmettere, anche oggi sento il fruscio dei ricci nel mio giardino, indisturbati ospiti perché il giardino è sicuro, lontano dalle strade, affiancato da altri giardini. E nel mio giardino spesso i ricci fanno i loro nidi, ho osservato alcune cucciolate, una sotto la mia pianta di salvia ed un’altra davanti alla mia porta d’ingresso, sotto i gradini di casa, in un buco creato da alcune piastrelle di marmo sconnesse.
La palla, il cerchio perfetto, indica il senso del tempo e l’aculeo, la spina, richiama il dolore, la sofferenza e la capacità di mettere un limite fra sé e “il resto”. La notte in cui vive il riccio e il riposo del letargo fanno di lui un guerriero, che passa dalla prova del lungo e freddo inverno di tenebra alla luce della vita.
Il tepore della primavera e l’abbondanza di insetti ne risvegliano gli istinti e così il ciclo dell’esistenza si compie anno dopo anno, pur scombussolato dall’inquinamento e dalla plastica, dai fili di ferro, dai decespugliatori, dai veleni per topi, dai fari delle automobili e dalle scelte stradali scellerate di certi comuni e provincie, che fanno chiudere le carreggiate da blocchi di cemento compatto, che non danno scampo agli animaletti notturni che cercano di attraversare, ma restando bloccati a mezza strada corrono indietro e vengono schiacciati brutalmente dalle auto in corsa, sempre troppo veloci.
Uno scempio di centinaia di vite che vedo sempre quando vado al mare, verso i Lidi ferraresi: nutrie, gatti, ricci, uccelli e qualche volpe sono vittime dell’assurdità delle scelte dei tecnici della viabilità.

E allora, per caso qualche anno fa, ho scoperto un mondo pieno di ricci che vivono sicuri, un mondo al quale contribuisco col mio 5 x 1000 delle imposte, che seguo da lontano sulla pagina Facebook dedicata e sul sito de “La ninna” di Novello, nelle Langhe, in provincia di Cuneo: è il casale dei ricci, un centro di recupero della fauna selvatica, specializzato nella salvaguardia, cura e – se possibile- re immissione in natura dell’Erinaceus europaeus Linnaeus, insomma del riccio europeo.
Questo centro, del quale poi fornirò i contatti e l’indirizzo, è diretto dal dottor Massimo Vacchetta, un veterinario del quale spesso seguo le dirette video sulla pagina fb.
Amando osservare, è stupendamente bello verificare ogni volta quanto i linguaggi non verbali possano dire su un essere umano: Massimo è una persona realizzata e serena, che sa sognare e dar concretezza ai suoi sogni, che sa molto amare e trasmettere passione e empatia. Certo chi non ama gli animali non ama nemmeno le persone: in questo caso il contrario è dimostrato dal grande movimento di volontari che si attivano in aiuto al centro, anche per staffette di centinaia di chilometri per portare lì, dal dottore dei ricci, qualche piccolo invalido, vittima dell’incuria, del maltempo, o dei brutti incontri con la cosiddetta civiltà umana.
Massimo cura, studia, gestisce, interagisce, migliora il centro e scrive libri sulle sue esperienze. Quattro libri hanno già raccontato la sua convivenza con i ricci e molte petizioni in favore della salvaguardia di altre specie animali sono partite o sostenute da lui e dal suo centro, ove si portasse anche una lepre ferita, sarebbe accolta e curata.
Fra soddisfazioni, frustrazioni, progetti realizzati e non e qualche brutta perdita (purtroppo non tutti i ricci si possono salvare, con grande delusione e dispiacere poiché ogni riccio ha un nome ed una storia), mi rendo conto che seguire questo centro, pur da spettatrice, mi ha insegnato ed insegna ogni giorno che l’umiltà e la semplicità dei piccoli gesti quotidiani è la leva per cambiare il mondo e per sentirsi parte di un grande ecosistema nel quale ognuno di noi, con comportamenti responsabili e piccole  accortezze, è una pedina nel gioco più grande della salvaguardia della Natura che ci ospita tutti.
Cosa sarà mai un riccio, un gatto, un cane, un criceto o un pettirosso? Ho perso il mio gatto il 4 settembre scorso e -lo giuro- ogni giorno lo piango e lo cerco, vedendolo ancora nei suoi angoli domestici preferiti. Non è possibile dichiarare l’amore, lo si può solo sperimentare e vivere minuto per minuto ed ogni attimo che trascorriamo con gli animali, dando un pinolo ad un pettirosso infreddolito, giocando col proprio cane, accarezzando un gatto o semplicemente ponendo una ciotolina d’acqua e di crocchette in giardino per permettere ad un riccio di sopravvivere anche fuori stagione, è un’azione che ci rende certamente migliori, in quest’epoca di indifferenza e di superficialità, espressiva di fragili sentimenti, di poche emozioni e di troppo consumo di cose del tutto non necessarie.
Le cose veramente necessarie sono quelle che danno ristoro all’anima, che riattivano l’empatia, che rinnovano la capacità di emozionarci, di spenderci per un sogno o un altro essere, di coltivare pensieri di vita:per tutto questo ringrazio il dottor Massimo Vacchetta che m’insegna, giorno dopo giorno, ad addestrare il buono ed il bello che è in me, e che si riflette – anzi, si estroflette – sugli altri.Perché pochi grammi di felicità, come quella di tenere sul palmo della mano un riccio che si distende e ti mostra il suo musetto, possono cambiare molte cose, gli stati d’animo, la piega della nostra giornata, persino le sorti del mondo.

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Anche IO Donna parla della Ninna

NOVELLO. Da non crederci quanti giornali e testate importanti stanno raccontando del Centro Recupero Ricci La Ninna e di cosa fa il suo fondatore Massimo Vacchetta.

Guardate qui l’articolo appena uscito (il 6 novembre 2021) su Io Donna, l’inserto al femminile del Corriere della Sera

Grazie a Rosanna Campisi per l’attenzione che ci ha dedicato e per la sensibilità dimostrata

articolo di Io Donna

Comunicazioni, News & Blog

Ohga con la Ninna vince il premio Bonfanti

PREMIO. La giornalista Sara Del Dot ha ottenuto il premio Bonfanti 2021 per un articolo su Massimo Vacchetta e il Centro Recupero Ricci La Ninna.

Leggete QUI  

Volete leggere l’articolo originale, quello che ha meritato il premio? eccolo QUI

VuoHGA PAG 1

Quest’anno altri premi sono  arrivati alla Ninna…Hai letto del Pet Carpet Film Festival? clicca QUI

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Esce il 19 ottobre Raccontami qualcosa di bello, l’ultimo libro di Massimo Vacchetta

NOVITà IN LIBRERIA Raccontami qualcosa di bello l’ultimo libro di Massimo Vacchetta, il veterinario fondatore del Centro Recupero Ricci La Ninna, uscirà in tutte le librerie d’Italia il 19 ottobre.

Pubblicato da Sperling & Kupfer come il precedente best seller 25 grammi di felicità, Raccontami qualcosa di bello è un libro capace di toccare, ancora una volta, le più profonde corde del cuore.

Non ci saranno solo ricci in questa storia commovente e delicata, ma una creatura molto più grande, immersa (è il caso di dirlo) in tutto un altro mondo rispetto ai cespugli e al sottobosco in cui vivono gli amici spinosi del Centro Recupero Ricci La Ninna.

Sì perché Raccontami qualcosa di bello è la storia del salvataggio di Kasya, la delfina triste che rischiava di morire di solitudine nel delfinario ormai chiuso e fatiscente di Teheran. Un’epica impresa di salvataggio, che coinvolge volontari appartenenti a diversi Paesi e associazioni di profilo internazionale e locale.

La delfina Kasya con il suo veterinario Ivan Zatsepilov
La delfina Kasya con il suo veterinario Ivan Zatsepilov

In queste pagine, Massimo alterna la cura dei suoi piccoli pazienti con l’impegno spasmodico per risolvere difficoltà e imprevisti che di continuo si frappongono tra Kasya e la sua nuova vita, in salvo. In pagine indimenticabili per empatia e umanità, l’autore ci svela come «la cura» per lui sia una filosofia di vita, basata sugli unici valori che possono garantire alla nostra specie un futuro accettabile: passione, solidarietà, amore per i più fragili e attenzione per ogni essere vivente.

Valeria Pelle

Comunicazioni, Media e press, News & Blog

I ricci della Ninna protagonisti su Arte tv

GERMANIA  Un meraviglioso documentario presenterà al pubblico tedesco, francese e nordeuropeo le storie e le emozioni del Centro Recupero Ricci La Ninna.

Siete curiosi di vederlo? ora è possibile!  Vi presentiamo ora qui una versione da 32 minuti

Ecco il documentario di Arte tv

Clicca qui per vedere il documentario di Arte tv

Protagonisti i nostri piccoli spinosetti, ma anche, naturalmente, il veterinario Massimo Vacchetta, fondatore del Centro, e i molti volontari che gravitano attorno al piccolo ospedale dei ricci di Novello.

La lettura del libro “25 grammi di felicità” ha fornito agli autori lo spunto per il docufilm, che ha come tema principale proprio la storia del veterinario novellese, fondatore del Centro di recupero. Nel documentario si racconta tutto: dalla professione veterinaria negli allevamenti di bovini alla crisi esistenziale che ha dato origine a una intensa presa di coscienza della fragilità e sensibilità degli animali e, di conseguenza, all’abbandono dell’attività sugli animali da reddito per dedicarsi totalmente e volontariamente ai selvatici più indifesi.

Il documentario, realizzato da una eccezionale troupe tedesca a maggio 2021, è stato tradotto anche in francese, sarà sottotitolato per il pubblico spagnolo e, nella sua versione più estesa, sarà inserito nel palinsesto di documentari di Arte tv, fruibile dal pubblico di Germania, Francia e Nord Europa.

La “prima” su Arte tv , la rete culturale franco-tedesca, sarà sabato 17 ottobre alle 20.

Guardatela in streaming!!!

 

 

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Il San Francesco dei ricci ha vinto il Pet Carpet Film Festival

CINECITTA’ STUDIOS. Primo classificato al Pet Carpet Film Festival! È questo lo straordinario risultato ottenuto dal docufilm di Alessandro Ingaria intitolato Il San Francesco dei ricci.

Quattro minuti di straordinaria intensità, in cui il giovane regista e videomaker cebano Alessandro Ingaria e il cameraman Gianmarco Serra sono riusciti a riassumere storie ed emozioni che ruotano attorno al veterinario Massimo Vacchetta e al Centro Recupero Ricci La Ninna.

Gianmarco Serra e Alessandro Ingaria autori del docufilm sui ricci
Il cameraman Gianmarco Serra e il regista Alessandro Ingaria hanno realizzato il docufilm Il San Francesco dei ricci

Dopo il battage mediatico dei giorni scorsi, su moltissime testate giornalistiche cartacee  e web, e dopo aver letto i nostri articoli che annunciavano la semifinale prima e la finale poi, moltissimi amici della Ninna, sparsi in tutta italia, e tutti qui al Centro (anche i ricci ) hanno seguito con trepidazione la finale, condotta da Enzo Salvi ed Edoardo Stoppa, fino al risultato  e alla proclamazione della vittoria nella sezione DocuPet.

Tra coloro che seguivano da casa la serata c’era anche il regista Alessandro Ingaria. Alessandro, come è stato assistere a questo evento cosi importante da distante?

E’ la prima volta che partecipo al PET Carpet Film Festival e poter raggiungere la finale è stata una grandissima gioia, sia per il documentario che per la storia che esso racconta. L’idea del video è nata dalla volontà di raccontare una grande storia d’amore. Una storia di amore verso questi piccoli animali che ha travolto un veterinario durante una fase di crisi della sua vita. Un amore verso i più deboli e fragili, che può far parte del Cantico delle creature di San Francesco d’Assisi. E da qui è nato il titolo.

Quando avete realizzato le riprese e quanto tempo è stato necessario per girare?

Le riprese sono state realizzate durante 5-6 incontri avvenuti tra Agosto 2020 e Maggio 2021

Qual è l’elemento comune dei suoi docufilm e quali temi preferisce trattare?

Nei miei documentari cerco soprattutto di trasmettere poesia. Unire immagini, parole e suoni per raggiungere l’intimo delle persone. Cerco di fare in modo che il documentario trasmetta di più tramite il non detto, il suggerito, rispetto alle semplici parole e racconti, affinché ognuno lo completi con la sua personale sensibilità. I temi a me più affini sono le storie che vanno oltre le parole e le immagini e che contengono intime emozioni. Molto spesso mi occupo dei più fragili e di quanti vengono ritenuti diversi: “l’altro da sé”.

Come verrà distribuito il docufilm su Massimo Vacchetta e il Centro La Ninna?

Mi piacerebbe che fosse usato nelle scuole, nei laboratori curati dal Centro La Ninna. Sulla distribuzione futura per ora ci sono idee, ma nulla di certo. La distribuzione purtroppo è sempre un po’ il “tallone di Achille” dei registi indipendenti.

Volete rivedere il video? Basta cliccare qui sotto

Può dirci di cosa si sta occupando adesso?

Ora sto lavorando a un documentario lungo che parla proprio dell’accettazione dell’altro da sé come salvezza dei propri dolori, fisici ed emotivi, che si intitolerà Nostra Signora del Labirinto. Sta per uscire il documentario Exodos, appena completato, che parla delle rotte migranti attraverso la voce e le foto di 14 talentuosi fotoreporter italiani e non solo.

Conosciuto meglio il profilo del regista e ideatore del docufilm vincitore, eccovi  la videodedica di Enzo Salvi, al termine del Pet Carpet Film Festival, per Massimo Vacchetta:

Ed ecco i complimenti di Edoardo Stoppa per Massimo Vacchetta e il Centro Recupero Ricci La Ninna! Grazie di cuore!

Valeria Pelle

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Il San Francesco dei ricci è in finale al Pet Carpet Film Festival

CINECITTA‘. Siamo in finale al Pet Carpet Film Festival!

Al termine dell’emozionante serata di ieri, abbiamo appreso che il docufilm intitolato “Il San Francesco dei ricci”, realizzato da Alessandro Ingaria, ha superato la selezione e ha avuto accesso alla finale del prestigioso concorso, giunto ormai alla quarta edizione.

Il giovane e talentuoso regista cebano ha realizzato un docufilm che è riuscito a ottenere i consensi del pubblico e della critica, raccontando la storia di Massimo Vacchetta, il veterinario che ha dato vita al nostro Centro.

Volete vederlo in anteprima? Eccolo qui

 

Ideato e coordinato dalla giornalista Federica Rinaudo che riveste anche il ruolo di Direttore Artistico, Pet Carpet Film Festival è nato con l’obiettivo di informare, educare e sensibilizzare ​l’opinione pubblica, proprio grazie alle numerose storie raccolte e raccontate tramite brevi video, sull’importanza di creare una società più rispettosa degli animali e dell’ambiente.

La manifestazione sta raccogliendo i consensi delle maggiori testate e agenzie di stampa.

Questa sera, sabato 25 settembre, nella prestigiosa sala Federico Fellini, all’interno di Cinecittà Studios condurranno la finale due grandi amanti degli animali: Jimmy Ghione e Edoardo Stoppa, che scalderanno la serata grazie all’innegabile passione per gli animali che da sempre li contraddistingue.

Qui alla Ninna c’è molta attesa per il verdetto della Giuria, presieduta da Enzo Salvi, presente dalla prima edizione del festival….Vi aggiorneremo sugli esiti della serata…

Incrociate le dita con noi!

Valeria Pelle

 

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La Ninna in semifinale al Pet Carpet Festival

CINECITTA‘. La quarta edizione di Pet Carpet Festival ha preso il via questa sera, venerdì 24 settembre, negli studi di Cinecittà e il Centro Recupero Ricci La Ninna è tra i protagonisti della serata.

Vi ricordate la storia di Kasya, la delfina triste che stava morendo nell’ormai fatiscente Milad Tower Dolphinarium di Teheran? Era inizio gennaio quando, con enormi sforzi economici e diplomatici,  siamo riusciti a portarla via con un volo aereo, noleggiato appositamente per trasferirla a Kish Island, dove ha trovato un altri delfini con cui giocare e una struttura in ottime condizioni.

Eravamo chiusi in pieno lockdown, ma i nostri cuori erano là, sull’aereo, con il team internazionale che la stava trasportando in salvo. Insieme ai veterinari c’erano anche il videomaker  Katayoon Jahangiri e il cameraman e fotoreporter Moahamad Norouzian, entrambi iraniani.

Ne hanno parlato il Tg1 e il Tg5, il Corriere della Sera e tutti i maggiori quotidiani nazionali, oltre alle riviste che si occupano di animali, da Amici di casa

Da questo viaggio straordinario è nato un docufilm, Il sospiro di Kasya, che oggi è in semifinale!

Volete guardarlo? Eccolo qui!

E non è finita qui!

Se Il sospiro di Kasya racconta la storia di un enorme impegno del Centro Recupero Ricci La Ninna a favore di progetto internazionale,  un altro docufilm: Il San Francesco dei ricci, anch’esso in semifinale, testimonia la storia di Massimo Vacchetta e di come è nato il Centro Recupero Ricci.

Diretto da Alessandro Ingaria, si compone delle riprese realizzate dallo stesso Ingaria, insieme a Gianmarco Serra. In quei 4 minuti Kalì, Cespuglio e Spazzola sono i protagonisti, insieme al veterinario Massimo Vacchetta, di un racconto schietto e “domestico”, che testimoniala storia e la vita del centro, con uno stile immediato e una tessitura genuina, .

Guardatelo cliccando qui sotto

Fateci sapere cosa ne pensate, cosa vi ha colpito… La vostra opinione è preziosa !

Comunque, per noi, è già una grande emozione essere approdati in semifinale…e chissà cosa accadrà poi…

Valeria Pelle

 

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Tagliaferro canta per La Ninna a Montaldo Roero

MONTALDO ROERO Domenica 29 agosto, Lorenzo Tagliaferro sarà il protagonista del concerto Emozioni del cuore, presentando le più belle canzoni di Lucio Battisti e dedicandole ai ricci della Ninna.

In una recente intervista al Corriere di Alba, Tagliaferro ha raccontato il suo legame con gli animali e, in particolare con i selvatici.

Il cantante ha rievocato il supporto trovato nel Centro di Recupero Ricci di Novello e nei consigli del dottor Massimo Vacchetta, a cui si è rivolto quando si è imbattuto in qualche creatura in difficoltà.

La mia chitarra al servizio degli animali del bosco!

Questo ha esclamato Tagliaferro, accettando prontamente l’invito di Fiorenza Adriano a tenere un concerto a favore della Ninna.

Appuntamento allora alla sera del 29 agosto a Montaldo Roero per una serata di musica, emozioni e solidarietà!

v.p.

 

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Domenica 29 agosto appuntamento a Montaldo Roero

MONTALDO ROERO. Tra le casette colorate sospese tra i rami e le statue intagliate nei tronchi del Bosco fatato, domenica 29 agosto, ci saranno anche altri ospiti: gli amici dei ricci e del Centro Recupero Ricci La Ninna che si riuniranno a Montaldo Roero per una nuova edizione estiva e roerina del Riccio day.

Sì perché quest’anno il “Ponte dei sapori”, la storica manifestazione che Montaldo Roero organizza a fine agosto, avrà un risvolto nuovo, dedicato alla natura e agli animali, in particolare ai ricci!

 

Nel Bosco fatato con Chiavassa e Vacchetta

Al pomeriggio il naturalista Ettore Chiavassa, grande amico de La Ninna e profondo conoscitore del Roero, guiderà chi lo vorrà in una passeggiata nel verde, all’ombra dei castagni secolari e alla scoperta delle Rocche.

Poi, nel Bosco Fatato,  si potranno ammirare gufi, gnomi, cerbiatti e le molte altre sculture che Barba Brisiu ha realizzato nei tronchi antichi, ai margini del paese.

Infine, il nostro Massimo Vacchetta proprio nel bosco racconterà storie e aneddoti sui ricci del Centro.

La cena dell’amicizia in paese

Alle 19 ci si potrà ristorare con una gustosa cena in compagnia, e, se vorrete, si potrà  prenotare anche un menù vegetariano, telefonando al numero 337 9126516.

Sarà un’occasione per stare insieme, ridere e chiacchierare, assaporando il meglio della gastronomia della Sinistra Tanaro: piatti saporiti e curati,  autenticamente roerini nella loro genuina semplicità.

Un concerto per concludere la giornata di festa

Fiorenza Adriano, la fondatrice dell’associazione Fate gli Gnomi,  ha anticipato così, al Corriere di Alba, l’epilogo della domenica di festa, animata dalla band Controvento«Gli animali e alcuni personaggi del Bosco Fatato saranno con voi, durante il concerto Emozioni del cuore, un viaggio in musica nella storia di Lucio Battisti, con la graditissima partecipazione del Centro Recupero Ricci “La Ninna” di Novello».

Valeria Pelle

 

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Natural style di agosto ha chiesto a Massimo Vacchetta come soccorrere un riccio

Vedere le farfalle posarsi sulla lavanda o gli scoiattoli fare capolino tra le foglie, scoprire un riccio che attraversa il giardino la notte. In risposta alle richieste degli amanti della natura, Natural Style propone un articolo con tanti consigli per rendere gli spazi verdi a misura di animali selvatici

Piccole giungle urbane

La stampa specializzata nel settore ambiente torna a occuparsi di ricci e piccoli animali che vivono vicino a noi, trovando cibo e rifugio nelle siepi e tra i cespugli dei nostri giardini.

Su Natural Style di agosto troverete un bellissimo articolo di Margherita Lombardi dedicato ad animali e insetti che riempiono di vita e colore parchi e giardini attorno a noi.

Ecco l’incipit dell’articolo di Margherita Lombardi

L’agronoma e collaboratrice di Gardenia racconta qui la vita segreta del verde attorno ai palazzi, nelle periferie o nei parchi cittadini, suggerisce quali piante mettere a dimora per attirare animali e insetti, citando anche diversi testi specifici e, riportando i consigli dei veterinari, indica quali cibi lasciare a disposizione di uccelli, insetti e piccoli mammiferi.

Il Massimo per salvarli

Così si intitola la sezione dell’articolo dedicata ai consigli per soccorrere i ricci in difficoltà e il Massimo citato è proprio il dottor Vacchetta, fondatore del Centro Recupero Ricci La Ninna.

La sensibilità di Natural style e Margherita Lombardi ha offerto alla Ninna la possibilità di fornire indicazioni utili su come comportarsi se si incontra un riccio ferito e su come agevolare la vita di questi piccoli animali, il cui habitat è sempre più messo in pericolo della presenza dell’uomo.

La sezione del'articolo in cui Massim
La sezione in cui Massimo Vacchetta parla dei ricci

Tra i consigli citiamo, ad esempio, quello di evitare l’uso di tosaerba robottizzati o quello di realizzare fori di 12×12 cm  ogni 3 metri nelle recinzioni, in modo che i ricci possano passarvi attraverso senza rimanere impigliati nelle maglie delle reti.

Grazie a Natural style per la sua attenzione e a Margherita Lombardi per l’intervista.

Leggete l’articolo, amici, e aiutateci a diffondere la cura per gli animali e l’ambiente!

Valeria Pelle

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