
Come sono e come si comportano
I ricci sono tra i più antichi mammiferi: i loro antenati vivevano sulla Terra più di 65 milioni di anni fa. L’aspetto attuale di questi animali muniti di aculei risale a circa 15 milioni di anni fa. I ricci sono animali notturni, si nutrono di insetti e d’inverno vanno in letargo. In Europa vive il riccio europeo occidentale (Erinaceus europaeus L.1758). In media un adulto è lungo 25 cm (coda esclusa) e pesa circa 950 grammi. I maschi pesano un po’ di più rispetto alle femmine. Per affrontare bene il letargo i ricci dovrebbero pesare almeno 700 grammi.
La mortalità nel primo anno di vita è molto alta: tra il 60 e l’80%. In natura l’aspettativa di vita si attesta tra i 2 e i 4 anni, a causa dei numerosi pericoli che si trovano ad affrontare, in un ambiente fortemente influenzato dall’uomo. Sotto costante controllo medico, anche in caso di disabilità, possono vivere 5-7 anni e in rari casi superarli.
In media 5 cuccioli per nidiata
La gestazione dura 35 giorni e l’allattamento circa 42. Una mamma di solito dà alla luce dai 2 ai 10 cuccioli (in media cinque), che pesano tra i 15 e i 25 grammi, come 2 cioccolatini. Quando i piccoli nascono sono tutti bianchi, con occhi e orecchie chiusi. Li apriranno solo verso il 14° giorno di vita.
Intorno ai 30 giorni di vita mettono il naso fuori dal nido e iniziano a seguire mamma riccia, di notte, per imparare a cacciare gli insetti. Verso le 8 settimane compiute hanno ormai gli aculei marrone-beige, sanno cacciare e nutrirsi da soli, hanno imparato a costruirsi un riparo e a stare in guardia da pericoli e predatori: sono pronti per andare per il mondo.
Una pallottola spinosa
Quando nascono i ricci hanno un centinaio di aculei bianchi, sotto la cute del dorso; negli animali adulti si contano tra i 6000 e gli 8000 aculei rigati, di colore marrone/beige. Gli aculei rivestono il dorso ed i fianchi del riccio, dall’attaccatura della fronte fino alla coda. In caso di pericolo o se vengono toccati, i ricci si raggomitolano e rizzano gli aculei grazie all’aiuto di migliaia di piccoli muscoli. La forma difensiva a palla è resa possibile dalla contrazione di una particolare fascia muscolare circolare, posta sulla schiena (musculus orbicularis).
Maschio o femmina?
Per verificare il sesso di un riccio occorre osservare la posizione e la forma degli organi genitali. Il pene del maschio sembra un bottone ed è posto dove ci si aspetterebbe di trovare l’ombelico. La vagina della femmina è invece posta immediatamente prima dell’apertura anale.
Nasi fenomenali
I ricci hanno un eccellente senso dell’olfatto, che serve loro per trovare i propri simili o il cibo.
Le loro orecchie sono in grado di percepire gli ultrasuoni e attraverso il corpo riescono ad avvertire le vibrazioni sul terreno prodotte dal movimento: questa capacità si rivela provvidenziale in fase di caccia.
Sono animali notturni e pertanto la loro vista è poco sviluppata.
Silenziosi? Mica tanto
Chi pensava che i ricci fossero animaletti silenziosi si sbagliava. Emettono soffi, gemiti, stridii e sbuffi. I suoni emessi, in particolare dalla femmina, nonché i lunghi preliminari, fanno sì che il rituale del corteggiamento e dell’accoppiamento sia anche conosciuto come “carosello dei ricci”.
Se hanno paura o provano dolore, emettono un suono simile a quello di una sega metallica. Quando hanno fame i cuccioli emettono un pigolio simile a quello degli uccellini.
Quando è tempo di riposare
I ricci spesso amano fare il nido sotto i bancali, le cataste di legna, i cespugli e i cumuli di fieno e foglie. I nidi costruiti per il letargo sono termicamente ben isolati e più duraturi di quelli “da riposino diurno”
In letargo, per sopravvivere all’inverno
Per sopravvivere durante l’inverno, quando il cibo scarseggia, i ricci vanno in letargo. Tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno i ricci cercano di mangiare quanto più possibile per accumulare scorte di grasso da utilizzare come riserva di energia.
Durante il letargo tutte le attività vitali vengono ridotte al minimo: il cuore rallenta, passando da 180 battiti al minuto a circa 8 battiti al minuto; il respiro si riduce da 40/50 atti respiratori al minuto fino a 3 o 4 respiri al minuto. La temperatura corporea si abbassa da 36° fino ad arrivare ad un minimo di 5°.
Nel corso del letargo i ricci perdono dal 20 al 30% del loro peso corporeo. Grazie alla riduzione al minimo delle loro funzioni vitali, possono sopravvivere anche per mesi senza cibo.
Ricci? … Anche un po’ orsi
Se si esclude il periodo dell’accoppiamento, i ricci sono animali che non amano avere una vita sociale. Sono solitari e non mantengono i legami familiari. I maschi si accoppiano con più femmine e non partecipano all’allevamento dei cuccioli.