Ospiti in giardino
Lasciare del cibo ai ricci è un buon modo per aiutarli in periodi di difficoltà, quando, come in estate e autunno, acqua e insetti scarseggiano o, come in primavera, sono debilitati dal letargo.
Lasciamo sempre un sottovaso colmo di acqua fresca (con una pietra al centro, per evitare che venga capovolto) e una ciotola di crocchette o umido per gattini, possibilmente a base di pollo o manzo e non di pesce (è un sapore che non gradiscono molto), all’interno di una mangiatoia di legno. Leggi anche – Come costruire una mangiatoia
La mangiatoia va collocata sotto un cespuglio in un punto tranquillo del giardino, coperta da un telo di nylon per la pioggia e stabilizzata mettendoci sopra dei mattoni. Le crocchette secche si conservano per 3-4 giorni fuori all’umidità poi, se non vengono mangiate, bisogna sostituirle.
Noi di solito consigliamo di usare una marca di crocchette per gattini, di piccola pezzatura, in modo che siano più facili da masticare. Scegliete sempre delle marche di buona qualità per non creare problemi epatici e digestivi ai ricci.
Si possono aggiungere alla dieta sopraindicata anche uova sode (ma solo ogni tanto), carne di pollo bollita senza condimenti, carne di manzo tritata scottata, qualche pezzo di mela o pera (da evitare la frutta troppo zuccherina come le banane).
Cibi assolutamente dannosi per i ricci
– LATTE DI MUCCA: (sia i ricci lattanti che quelli adulti non lo digeriscono e possono morire di indigestione e pancia gonfia)
– PANE: che forma una massa stopposa che può rimanere bloccata in gola.
– FRUTTA SECCA: tipo noci, nocciole, mandorle (tossiche), uva passa, ecc., perché può incastrarsi in gola e nel palato.
Da evitare anche di dare troppe camole della farina e del miele, perché possono creare uno squilibrio metabolico del calcio con conseguenti assottigliamento e deformazione delle ossa, che possono addirittura fratturarsi. Spesso vengono utilizzate per stimolare il riccio a cacciare le prede vive. In ogni caso le camole vanno date in piccole quantità. I ricci ne sono ghiotti e, se si abituano, si corre il rischio che non mangino più nient’altro.